
La mia ITR 5593 era il sogno di una giovinezza, il concretizzarsi di anni di sacrifici, economici e non solo. Era perfetta. Se non lo era davvero, almeno per me era tale. Grazie a lei ho conosciuto l?HCI e tutti gli amici che questo ha portato. Mi ha fatto passare momenti straordinari, mi ha fatto sentire bene ed in pace con me stesso. Mi ha portato a due passi dall?inferno.

La dinamica dell?incidente l?ho già scritta più volte, non ho voglia di ripeterla. Dico solo che è stata una fatalità, correvo molto meno di come, talvolta, capita a tutti di correre qui dentro. E? lucida follia (pura e semplice) quella che ci prende in quei momenti. Ho fatto una stupida manovra, quella che facciamo tutti in quei casi. Quella volta, però, ho trovato in uscita di curva un ostacolo inevitabile: il destino. Era il 31 Ottobre del 2006, ore 16.50. La mia vita era finita a 700 metri da casa, due giorni prima del mio venticinquesimo compleanno.




Esco illeso. Tutto intorno a me è distrutto. Non vi descrivo cosa si prova in momenti come quelli, chi ci è passato lo sa. Il giorno dopo parto per un viaggio di una settimana, già programmato. Ogni volta che chiudo gli occhi è un incubo: rivivo gli ultimi istanti, la manovra per evitare l?impatto frontale e quel rumore, assordante e tagliente come una lama. Arrivano i primi messaggi di solidarietà, che diventeranno centinaia. Il dolore si placa un poco ad ogni riga che leggo. Grazie ragazzi, vi voglio bene.


Tornato a casa, dovevo decidere cosa fare del rottame in giardino. Ad ogni sguardo stavo male, quelle linee così perfette deturpate da un?aberrazione simile. Incredibile, non ci credo ancora che sia successo a me.

Decido, grazie all?aiuto e al supporto di Ilya, Max e di tanti altri amici, che è possibile salvare buona parte della meccanica. Così facendo avrei potuto vendere tutto e ricavare i soldi necessari per comprarmi una macchina carina, tipo un?Eg5. Ci penso. Cominciano i primi lavori di smantellamento.



No, non voglio perdere la mia macchina! Voglio che riviva, che corra come prima, che tutto torni come prima dell?incidente!
Non si può. Allora swappo! Dove, come e quando non lo so, ma devo farlo!
Giro in Punto per adesso, penserò al da farsi con calma. Salviamo il motore, intanto.

Da soli non si fa un tubo, specie se come me siete imbranati come pochi. Ci vuole un team di professionisti del settore, specializzati in imprese ai limiti dell?umano. Non c?è gusto a pagare qualcuno per un lavoro che puoi fare con un paio di amici veri. Ti fai un maxxo tanto, ma l?impresa è memorabile.



La pazienza di Ilya ed Alessio è incredibile, grazie ai loro sforzi in poche ore il cuore della mia Integra è imbancalato, messo in sicurezza e preparato per il lungo riposo. Ciao, a presto.




Ritagliando il poco tempo concessoci da lavoro, studio e donne, vite per vite, bullone per bullone, la macchina viene smontata. Prima mi faceva paura, ora non più. Quel che è rimasto è un cadavere, è un corpo privo di anima. La sua presenza in giardino è un peso ma null?altro. A Dicembre rimane poco oramai, sono passati due mesi e già l?incidente sembra lontano, soppiantato nel cuore dal calore di tutti.


Nel mese seguente, comincio a cercare la sostituta, la ?ricevente? di quel cuore, che se ne sta al freddo in garage. Passo ore ed ore ogni giorno su Internet, negli autosaloni e rompo le balle a mezza Italia. No ho una chiara idea in testa, so solo una cosa: devo spendere poco!

Col tempo, nasce l?idea del ?progetto フェニックス ?. Voglio solo il meglio per la mia futura auto, voglio tutto quello che non ho fatto in tempo a mettere sull?ITR. Le voglio regalare una seconda chance. Grazie al forum metto in vendita alcuni pezzi e, col ricavato, comincio a comprare tutta una serie di gingilli costosi, inutili senza un?auto, ma che mi danno morale. Sì, l?idea è quella giusta, per quanto sembri stupida e paradossale. Se mi fossi tenuto i soldi spesi così, avrei preso un?auto più velocemente, ma mi sarei buttato sulla prima che passava. Non ho fretta, anche se andare ai raduni mi pesa un po?. Ma il Garda JDM mi tira sempre su di morale. Il tempo inizia a volare, il 31 Ottobre è un ricordo sbiadito.


A Marzo trovo l?auto ideale. Il modello Ek4 mi piace, ha tantissimi chilometri, ben tenuta dentro e fuori, prezzo bassissimo per quel che offre, è a venti chilometri da casa. Difetto: è tamarra allo stato puro. Ci penso un po?, la vado a vedere lo stesso. Leggo il contachilometri: 178800km. Quello che ho a casa, in un cartone, si è fermato a 78800km. Non sono superstizioso, ma questo è un segno. La prendo! Mi vergogno un po? i primi giorni, poi l?apprezzamento di molti mi fa cambiare ottica: è bella, non c?è dubbio. Sarà bellissima, lo prometto. Sarà Ek4rrot.

Sei mesi dopo quel giorno tragico, mi ritrovo con un?auto piena di potenziale, una marea di pezzi eccezionali da montare, un progetto che mi appassiona tantissimo ed un sacco di lavoro da fare. Sono cresciuto in questi sei mesi, tanto ed in fretta. Ho pianto e ho riso. Ho provato odio e amore verso un mondo che sembrava ostile. Invece è bellissimo. Sono felice di quello che è successo. Chiamatemi pazzo, stupido o incosciente ma è così. La vita è bella, ringrazio sempre il destino che non la mia non si è fermata su quella strada. Era il 31 Ottobre del 2006, ore 16.50. La mia vita è cominciata a 700 metri da casa, due giorni prima del mio venticinquesimo compleanno.

Sono caduto e mi sono rialzato. Ora è il momento di aprire le ali e tornare a volare. Sono di nuovo tra voi, amici.