SENSO DI ROTAZIONE DEL DISCO
Il senso di rotazione del disco non è mai dato dalla forma delle baffature ma dalla forma dei canali di ventilazione.
Ci sono tre tipi di ventilazione interna del disco:
1) vani curvi;

2) vani dritti;

3) pioli.

Con i vani curvi il disco va montato in modo che si abbia un effetto tipo pompa centrifuga.
Con i vani dritti ed i pioli, invece, si può scegliere il senso di rotazione, a meno che non sia espressamente indicato.
Esempio di disco che va "al contrario" (AP racing per Clio R3):

FUNZIONALITA' DELLA BAFFATURA
A seconda del tipo di baffatura si avrannò effetti diversi. Le regole generali sono spiegate nella figura seguente.

FUNZIONALITA' DELLA FORATURA
Fermo restando che parliamo di auto sportivette, è da tenere presente che con le nuove mescole composite la formazione dei gas di fading è stata fortemente ridotta, quindi non vale più la pena usare dischi forati con la speranza di raffreddare meglio e con il rischio di creparli (con quello che ne consegue).
[FONTE: Brembo]
Nel caso ci fosse l'assoluta necessità di montare dischi forati, io consiglierei di prendere un disco tipo il Brembo Sport o Gran turismo, dove il disegno dei fori è appositamente studiato per non danneggiare i vani di ventilazione interna.
P.S.
Non riesco più a trovare lo spaccato del disco.
TENSIONI RESIDUE - PERCHE' I DISCHI SI PIEGANO - PERCHE' I DISCHI NON SI RETTIFICANO

Le tensioni residue sono una serie di forze presenti all’interno dei materiali anche senza sollecitazioni esterne e con temperature costanti ed uniformi.Queste tensioni, al pari degli stress da carico, comportano variazioni nella stabilità del sistema modificandone congiuntamente dimensione, resistenza alla fatica ed alla frattura. Gli stress residui, che si sviluppano solitamente nel pezzo stesso durante i processi di fabbricazione e di lavorazione, possono combinarsi con i carichi di esercizio, accelerando la velocità di crescita dei difetti e portando alla rottura prematura e spesso catastrofica del pezzo.
Le cause che portano al manifestarsi delle tensioni residue sono generalmente suddivise in tre macro categorie accomunate da particolari caratteristiche:
- Tensioni residue di origine meccanica
- Tensioni residue di origine termica
- Tensioni residue originate da trasformazione di fase.
In tutti i casi le tensioni residue possono essere di trazione o di compressione;
quelle di compressione a volte casi sono benefiche e vengono volutamente aggiunte
nei componenti meccanici prima di applicare i carichi di esercizio. Il caso più comune è il trattamento di pallinatura o shot peening.
Nella pratica, gli eventi più comuni che comportano il presentarsi delle tensioni residue sono:
- lavorazioni meccaniche
- processi forgiatura e saldatura
- non uniformità della temperatura nel volume del metallo nelle fasi di fusione o di raffreddamento
- riscaldamento dei materiali durante i trattamenti termici
- densità non uniforme del materiale dovuta ad esempio ai processi di tempra dei metalli
[FONTE: http://www.sint-technology.com/tensioni_residue.asp]
TRATTAMENTO TERMICO

Per trattamento termico si intende il ciclo termico di riscaldamento effettuato in predeterminate condizioni e temperature a cui devono seguire raffreddamenti, più o meno lenti, con lo scopo di fare assumere ad un metallo o ad una lega metallica (solitamente acciaio) quelle strutture cristalline che gli conferiscono determinate caratteristiche meccaniche e/o tecnologiche.
Per comprendere l'effetto dei trattamenti termici sulla struttura di una lega metallica, è necessario conoscere il diagramma di stato della lega stessa. Tale conoscenza non è tuttavia sufficiente, infatti i diagrammi di stato definiscono le strutture di equilibrio di un metallo o una lega ad una determinata temperatura. Le relative curve sono quindi ricavate applicando riscaldamenti e raffreddamenti molto lenti (tali da consentire il raggiungimento dell'equilibrio ad ogni temperatura).
Per questo motivo, un importante ruolo è svolto dalla velocità di raffreddamento o di riscaldamento della trasformazione. Tale velocità non solo influisce sulle temperature di transizione (che in genere saranno diverse da quelle ricavate dai diagrammi di stato), ma anche sulla natura stessa della struttura ottenuta, con la possibilità di ottenere costituenti metastabili (quali ad esempio la martensite negli acciai) assenti nel diagramma di stato.
[FONTE: https://it.wikipedia.org/wiki/Trattamento_termico]
APPROFONDIMENTI
http://www.dixcel.co.jp/en/subcontent/literature/