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da Dav » giovedì 1 settembre 2011, 23:25
Io, fino a due anni fa, come detto in altra occasione, facevo da assistente a un noto fotografo di Milano, che scattava still-life, advertising e un 50% di auto, pubblicità e redazionali. Scattavamo prevalentemente in studio, esperienza che ti consiglio di fare, se puoi, Daniele. Quello guadagna discretamente, ma ha anche ereditato l'attività dal padre e così non dico che sian bravi tutti, ma...
Come già detto, la paga era di 150 euro al giorno come assistente; se capitavano i redazionali di 3-4gg, portavo a casa un migliaio di euro. In altre parole, anche da noi vivi di quello, se hai CULO. E "assistente" non significa "fotografo mancato"; l'assistente è una figura spesso fondamentale, è un secondo occhio e, come nel caso di un ragazzo che ho incontrato tre volte sul set, può essere MOLTO più ferrato tecnicamente rispetto al fotografo. Magari avrà meno occhio, ma è una figura di tale importanza che certe volte guadagna come se non più di un fotografo.
Al mondo non v'è certezza e, per il fotografo, la certezza è un concetto ancora più oscuro; mia sorella è assistente e ritoccatrice per un altro professionista, stavolta fotografo di moda, che guadagna centinaia di migliaia di euro, ma è costantemente a rischio di vedere il proprio lavoro ridursi sempre più a causa della crisi; quello per cui lavoravo io non è poi così appassionato di auto, ma anche se lo fosse, dovrebbe comunque trattare anche altri settori, moda compresa. E infatti, come dicevo, fa un po' di tutto.
Per vivere di sole foto automobilistiche bisogna crearsi un giro abbastanza ampio di riviste e siti vari, saltando dalle une agli altri costantemente; Zamponi è uno di questi, come lo sono i più noti Carrer e Barbanti. Una volta, per esempio ai tempi del padre del fotografo di cui sopra, non era così: c'erano molti meno fotografi, si scattava in pellicola, le riviste erano meno della metà, si era DIPENDENTI della rivista - anche oggi lo si è, ma sono 2 su 10 - mentre oggi si è prevalentemente freelance, che può essere un vantaggio, ma bisogna anche essere imprenditori, oltre che fotografi. Bisogna sapersi vendere, cosa in cui, per quanto mi riguarda, non sono molto bravo.
Il problema di oggi è che anche i nomi più altisonanti spesso non hanno soldi e pretendono di continuare a fare la vita di prima. Almeno davanti alla facciata, poi dietro c'è il carnaio. Le riviste fanno sconti allucinanti sugli abbonamenti e riempiono metà dei numeri di pubblicità. Mio fratello ha pubblicato con Universal l'ultimo album e a momenti ha dovuto pagare lui. Mia sorella ritocca foto di Marie Claire e compagnia e ne ho sentite di ogni anche lì. Tanti scattano foto spettacolari e vengono ripagati con "il nome alla fine dell'articolo", come se questo li tramutasse improvvisamente in eroi plurimilionari. Non si mangia di una firmetta a pié pagina.
Quello che ho capito in questi dieci anni è questo: seguire ogni strada, tentando di imboccare quella che più si avvicina a ciò che vuoi fare. Se sei fortunato, infili la via giusta; se sei ancora più fortunato, magari ne scopri un'altra che ti piace anche di più. Se sei sfigato, resta tutto un sogno, ma già essere convinto al 110% di ciò che vuoi è un ENORME passo avanti, perché la via sarà più facile da avvistare una volta che ci passi vicino.
In una situazione come quella di oggi, comunque, andrei coi piedi di piombo. Continua a lavorare dove lavori, per essere sicuro di poter mangiare; nel frattempo continua a fare quello che fai, perché ogni foto è un'esperienza.
Love sucks. True love swallows.