B-Dopo il piano B (cioè la GP11.1) c’è anche un piano C?
P-C’è sempre un piano ulteriore, è la ragione di esistere dei reparti di Ricerca e Sviluppo. Noi non stiamo reagendo allasituazione attuale, ma continuiamo a lavorare per sviluppare questo progetto. Il programma resta inviariato: ci sono cose da fare per la prossima gara, per la seconda parte della stagione e altre per l’anno prossimo.
B-Ti aspettavi una situazione simile?
P-No, sinceramente pensavo che saremmo partiti in maniera più competitiva. Ma le aspettative non hanno relazione con le azioni. Soprattutto quelle che devi fare per il domani. Noi abbiamo dei piani e li stiamo seguendo.
B-Ti aspettavi Valentino così in difficoltà?
P-No, nemmeno questo. Ma Vale è molto determinato e motivato. E noi continuiamo a lavorare.
B-Com’è il morale del gruppo?
Per il livello di difficoltà che stiamo affrontando lo spirito di squadra mi sembra eccellente. Ho visto gruppi infilarsi le dita negli occhi di fronte a difficoltà molto inferiori. Mi ha sorpreso anche la capacità di Valentino di resistere ad una condizione di prestazione non adeguata pur non essendo abituato a questa situazione. Noi eravamo più abituati di lui a soffrire: abbiamo passato anni molto difficili, come il 2004, quindi per noi è più facile affrontare questa stagione.
B-C’è chi ha messo in discussione la squadra di Valentino, cioè Jeremy Burgess.
P-Per me lui non è in discussione. E’ il reparto corse che deve fare il grosso del lavoro. spetta a noi trovare la risoluzione dei problemi. Bisogna progettare cose nuove, provarle al Mugello, portarle in pista. Senza un grosso supporto dell’azienda, una squadra non è che possa fare molto.
B-La Desmosedici non porta in temperatura le gomme. Lo si sente dire da tante gare, ma che significa?
P-Le Bridgestone, che forniscono prestazione eccezionali e costanti per tutta la gara, hanno delle caratteristiche particolari, ma solo quando raggiungono la temperatura di corretto funzionamento. Per riuscirci è indeispensabile spingere sulla moto da subito e in maniera fortissima, perchè così si crea l’energia che scalda internamente la gomma e la porta nella condizione di rendere al meglio.
Cioè di fornire le sue grandi prestazioni. Ma se hai qualche problema, che può essere intrinseco nella moto, oppure se le gomme sono di una specifica più dura per la temperatura dell’asfalto, oppure stai facendo dei cambiamenti della moto per cui non c’è affiatamento fra la moto e il pilota (che non sa che reazioni sta per avere) allora si può entrare in un circolo vizioso: il pilota entra guardingo, le gomme non vanno in temperatura e si raffreddano, e allora le prestazioni che offrono sono molto inferiori.
B-Per questo ci sono certi distacchi?
P-Sì. Molto dipende dall’efficacia con cui spingi sulla moto, sulle gomme, in entrata e in uscita di curva. Ma è tutto figlio della confidenza che hai con la moto.
B-Ecco il punto: Valentino non ha ancora quel grado di confidenza. Ma come è possibile, secondo te, dopo tanti mesi?
P-Stiamo cercando di capire come fare per fornirgli una moto che gli dia il massimo del feeling per poter spingere come vuole, come lui sa fare. Questo livello si può ottenere costruendo cose nuove, ma anche lavorando su tutta la moto perchè un problema può essere la coneguenza di un altro.
B-Il concetto Desmosedici, a questo punto, è in discussione?
P-Ogni progetto è in discussione, e io l’ho sempre fatto. Ad esempio, quando abbiamo rinunciato al telaio a traliccio, che era la bandiera della Ducati, per il monoscocca, lo abbiamo fatto senza preconcetti. Faremo la stessa cosa per tutto il resto: non ci sono veti per nessuna soluzione tecnica. Sono la pista e il cronometro che devono dire che scelte fare.
B-Appunto, dati per cambiare ce ne sarebbero.
P-Io non lo so dov’è il problema, altrimenti l’avrei già risolto. Stiamo studiando il progetto per capire cosa cambiare. Siamo qui al Mugello per questo. Noi non molliamo.
B-La struttura precedente a questo monoscocca sembrava più “telaio”. Non potrebbe essere montata sulla GP11.1?
P-Lo dici perchè parti dall’ipotesi che la moto andrebbe meglio, ma non è detto che sia così. Ogni soluzione è in discussione, ma bisogna fare delle cose efficaci. Si può cambiare tutto, ma poi deve funzionare meglio.
B-Il telaio anteriore modificato, provato a Estoril ad inizio maggio, non ha funzionato. Perchè l’anteriore di questa moto è sempre un problema?
P-All’inizio il problema era concentrato abbastanza sulla parte anteriore, e abbiamo fatto un passo a Estoril: Vale ci ha detto che c’era un miglioramento, ma che bisognava continuare a sviluppare cose nuove. Ma intanto il problema è diventato la parte posteriore: infatti riguardo gli scuotimenti e il “pompaggio” in uscita di curva abbiamo fatto un buon passo avanti, grazie alle parti nuove che usiamo da due gare. Ma dopo questa modifica importante, ora il limite è tornato ad essere l’anteriore.
B-E’ una strada lunga.
P-La cosa più difficile adesso consiste nel capire quale soluzione va meglio di un’altra. Su questo Vale ci sta aiutando molto. Dobbiamo selezionare bene le cose su cui concentrare le nostre risorse, ma è proprio questo il difficile: non abbiamo risorse infinite.
B-Valentino cosa chiede di preciso?
P-Lui non è fissato su determinate soluzioni tecniche: vuole una moto che funzioni secondo il suo stile di guida. Per lui è indifferente cosa facciamo per permettergli di avere più feeling in entrata di curva. Ci dice cosa sente sulla moto quando imposta la traiettoria, oppure quando tocca il gas a centro curva, e ci spiega la reazione della moto. Sta a noi capire se il problema va risolto cambiando pezzi o ridisegnandoli, oppure se si tratta di intervenire sulla messa a punto.
B-L’esperienza passata non conta più?
P-conta poco, perchè dobbiamo concentrarci su quello che vuole Valentino. Cioè sul suo commento, in particolare quello delle ultime due gare: questa è la base su cui dobbiamo lavorare. E giusto cercare di seguire i gusti e le indicazioni del pilota più veloce che hai. Quando il pilota cambia, devi voltare pagine e dimenticarti di ciò che hai fatto: rimetti in discussione le scelte e ti adegui ai nuovi gusti e alle nuove necessità. E’ quello che stiamo facendo adesso.
B-E’ vero che Stoner non ha fatto progredire la Desmosedici?
P-Non credo. Lui nel corso degli anni ci ha dato delle indicazioni che ci hanno portato a fare delle modifiche ad una moto che lo ha portato al livello di competitività e di risultati che ognuno può giudicare.
B- Il MOTORE a V di 90 gradi è un limite alla maneggevolezza?
P-Direi che è improbabile. Rispetto alla Honda, che ha una V di 68 gradi, non credo che 22 gradi di angolo incidano così tanto.
B-E’ inimmaginabile costruirgli attorno un telaio tradizionale in alluminio?
P-No, non c’è nessuna preclusione. Però non basta un Deltabox per andare forte. Si va forte anche per altri fattori, cioè per l’omogeneità del progetto. La Suter ha un telaio perimetrale, ma lunedì non è andata forte. E ci sono Case che si sono ritirate dalla MotoGP pur se avevano il telaio perimetrale in alluminio. Bisogna saperlo fare bene, non è che tutto si faccia con la bacchetta magica.
B-La Ducati non potrebbe acquistare tecnologia in questo campo?
P-Bisogna prima capire se serve.
B-Perchè si parla del telaio, e da tempo?
P-Perchè è la domanda più naturale che qualsiasi persona si può porre di fronte ad una moto che con Valentino Rossi non è competitiva e che dal punto di vista estetico ha una grande differenza visiva. Io vedo la Honda che ha il perimetrale in alluminio e la Ducati no, allora viene da pensare male. Ma che il telaio sia la vera causa del problema è tutto da dimostrare. Due anni fa la Yamaha aveva il motore “big bang” e vinceva, mentre Honda e Ducati avevano lo “screamer” e non vincevano; si sono spesi fiumi di inchiostro per dimostrare che il motore giusto era il big bang. Ma quest’anno la Honda ha lo scramer e vince, così come fece la Ducati nel 2007, quindi?
B-Già, la morale qual è?
P-Dall’esterno ci si limita a commentare quello che si vede ma non si analizzano tutti gli altri elementi che compongono l’equilibrio di una moto.
B-Ma il telaio perimetrale potrebbe migliorare la Desmosedici?
P-Allora: diciamo che si può vincere un titolo mondiale con un telaio Deltabox, si può vincerlo con un telaio a traliccio (perchè lo abbiamo fatto noi nel 2007) e si possono vincere delle gare con un telaio scatolato in carbonio (l’abbiamo fatto sempre noi). Quale sia la soluzione migliore è argomento di discussione: io non sono ancorato alle soluzioni tecniche che abbiamo scelto.
B-Ma si potrebbe vedere un motore Ducati a V di 90 gradi in un telaio di alluminio?
P-Si potrebbe anche vedere una distribuzione a valvole pneumatiche, sul nostro motore. Non c’è limite alla provvidenza!.
B-Significa che la Desmosedici resterà sempre così, come è adesso?
P-E’ il contrario: tutto può cambiare, perchè in Ducati non ci sono preconcetti. Facevamo i bicilindrici, poi abbiamo fatto un quattro cilindri; avevamo telai a traliccio, ora abbiamo un monoscocca. In Ducati non scartiamo a priori nessuna soluzione. Il che però non significa che stiamo facendo di tutto: nio facciamo quello che riteniamo efficace, nei tempi che ci interessano.
B-Il motore della Desmosedici può staere in un telaio tradizionale?
P-Certo. Anche la VFR750 aveva un motore a V di 90 gradi dentro un telaio convenzionale in alluminio.
B-Tiriamo delle somme: si può dire che nel ventaglio delle possibilità che stai analizzando c’è anche il telaio tradizionale in alluminio?
P-No
B-Bene, così è chiaro.
P-Però si può dire che questa è una soluzione tecnica “standard” per il mondo delle corse, quindi tutte le soluzioni che noi pensiamo per il futuro si confrontano anche con questa. E non è escluso che un giorno anche la Ducati possa fare una cosa del genere. Il che però non vuol dire che la stiamo facendo adesso… Comunque, se anche la stessimo facendo, non lo direi.
B-E’ stata giusta la scelta di mettere in pista un ibrido in versione 2012?
P-Sì, e anche Valentino è d’accordo. Perchè gara dopo gara abbiamo il confronto con gli altri e le indicazioni di Vale, per la moto che è la base di partenza per il prossimo anno. Se avessimo tenuto questa moto in naftalina fino a Valencia, avremmo avuto meno tempo per migliorarla.
B-Però Valentino ha detto che il materiale attuale non è sufficiente per il prossimo anno.
P-Sono completamente d’accordo. Infatti noi non pensavamo di mettere in pista la moto nuova e poi andare in ferie. Adesso inizia lo sviluppo.
B-Molti ducatisti dicono che la moto non va cambiata, e che è colpa di Valentino se non vince. Perchè non la sa sfruttare.
P-A me paicciono le moto che vincono: la nostra non sta vincendo, quindi va cambiata.
B-Che dire del timore dei ducatisti, di vedere”giapponesizzata” la Ducati?
P-Non scherziamo! La Ducati a quattro cilindri è giapponesizzata? No, perchè è sempre la Ducati fatta da noi, in Italia. Le giapponesi sono fatte in Giappone, saranno sempre diverse. E questo al di là del fatto che qualsiasi soluzione adotti, l’ha già adottata qualcuno prima di te, un’ottantina di anni fa. Nessuno inventa più niente.
B-Non ti fa riflettere che i piloti Ducati, in media, facciano più fatica ad usare la Desmosedici rispetto a come i piloti Honda, mediamente, non facciano con la RCV?
P-Non mi preoccupa il grado di difficoltà della moto, quanto il livello di prestazioni che è in grado di dare. E in questo momento la nostra non è al livello necessario. Se poi una moto vincente è anche facile da sfruttare, tanto meglio.
B-Ma la Ducati facile non lo è mai stata.
P-E’ stata vincente.
B-Però viene sfruttata sempre da un solo pilota…
P-La Honda ha un livello di investimento in MotoGP che è molto più grande del nostro ed è normale che possa produrre una serie di soluzione tecniche tali da soddisfare un ventaglio ampio di piloti. Quando noi abbiamo dato a Stoner una moto per vincere il mondiale, abbiamo fatto anche più del nostro dovere, pur se qualche altro pilota soffriva. Se un domani dovessimo riuscire a fare una moto che permetta a Valentino di vincere il titolo, io mi accontenterò anche se gli altri piloti saranno un po’ più in dificoltà.
B-Ci sono tifosi che mettono in discussione Valentino.
P-Invece la scelta è giusta, perchè lui è il pilota ideale per sviluppare una moto migliore. Potevamo essere competitivi da subito, e non lo siamo stati; però Valentino è un valore aggiunto.
B-E adesso che si fa?
P-Lavoriamo per la gara. Anche se la prestazione in prova è uno degli elementi critici, Vale vuole una moto che gli permetta di fare i 120 km della gara in modo costante e competitivo. Non siamo ancora al livello degli avversari, quindi dobbiamo sforzarci di lavorare di più. Ma dobbiamo anche tenere presente che non è automatico che un gap si possa chiudere in fretta, perchè mentre tu lavori, anche gli altri vanno avanti. E la Honda sta lavorando moltissimo.