

Esattamente cinquant'anni fa apriva a Los Angeles la prima succursale di Honda fuori dal Giappone. In mezzo secolo, i nipponici - non solo Honda, ma anche Toyota e Nissan - hanno aperto fabbriche, concessionarie, centri stile nel cuore pulsante degli Usa. Bastano pochi minuti nel traffico californiano per rendersi conto di quanto successo godano le loro vetture e di come abbiano cambiato le abitudini e i gusti degli americani.
I giapponesi e molti altri costruttori si sono stabiliti in California per studiare le tendenze del futuro, per capire le enormi esigenze di mobilità degli abitanti di una megalopoli come L.A., dove senza automobile rischi di non uscire di casa. Dal centro ricerca americano Honda è sbarcata direttamente al Los Angeles Auto Show la P-Nut (ossia, peanut, nocciolina, e significa Personal-Neo urban transport) una concept pensata per gli spostamenti metropolitani a emissioni zero.
Con una forma a metà tra la navicella spaziale e la citycar, questo veicolo è lungo 3,4 metri ed è in grado di ospitare a bordo tre persone. Il suo particolare design, che privilegia ampie superfici vetrate, è stato studiato per ottimizzare lo spazio nell'abitacolo; così anche lo schema tecnico, che prevede un motore posteriore, tradizionale o elettrico, oppure anche una propulsione ibrida.
"Volevamo esplorare le potenzialità di una vettura ultracompatta che superi tutti i tradizionali limiti delle auto piccole", spiegano alla Honda. Avvicinandosi alla carrozzeria di plastica della P-Nut e osservando certi particolari tipici delle pure show car, si capisce subito che per ora è solo un coraggioso esercizio di stile.
Quello che mi chiedo sempre è: sarebbe osare un tantinello troppo mettere in produzione tutti questi esercizi di stile? Magari le case prima cercano di raccogliere consensi?